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martedì 16 febbraio 2016

Com’è facile ricordare attraverso il cibo…

Ogni volta che ci capita di presentare Partigiani a tavola, ovunque ci troviamo, qualcuno alla fine ci si avvicina e ci racconta un aneddoto che, a pieno titolo, potrebbe essere inserito in uno dei nostri capitoli. Racconti di nonne o di padri, racconti vissuti o ascoltati. Ogni volta il nostro libro si amplifica e si arricchisce, rendendo la storia e le storie che lo compongono più potenti, più ricche, come una marea che avanza. 
La forza di Partigiani a tavola è proprio questa: di essere comprensibile a tutti, empaticamente, immediatamente, senza filtri e senza griglie interpretative assunte a priori.

Quando abbiamo presentato il libro a Casa Cervi, ad esempio, Aldo Montermini – che ringrazio ancora per averci riferito questo episodio – ci ha raccontato di quando sua madre, Laura Polizzi (Mirka), poco dopo essere entrata nelle formazioni partigiane dell’appennino reggiano fu spedita dal comandante a racimolare qualcosa da mangiare. In particolare egli si aspettava che la ragazza portasse patate, garantendo un pasto sostanzioso a tutti i compagni.
La ragazza, pur essendo rimasta fuori molte ore, non arrivò a nulla e, a sera, fu costretta a rientrare al campo a mani vuote.
Interrogata dal comandante sul motivo della sua inconcludenza e sul fallimento della missione alla ricerca di patate, Mirka – cresciuta nell’Oltretorrente della città di Parma ed evidentemente poco avvezza alla vita di campagna – rispose:
“Comandante, io ho tanto guardato sugli alberi, ma di patate proprio non ne ho viste!”
Già pregusto ciò che vorranno condividere coloro che ci verranno ad incontrare a Milano il 3 marzo alle 18.00, alla libreria Les Mots. Con la promessa che, a poco a poco, riverseremo in questo blog tutte le storie che ci sono state finora donate.

(LC)

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