Post più popolari

mercoledì 2 dicembre 2015

"Partigiani a tavola" il 25 luglio a Casa Cervi per la tradizionale Pastasciutta Antifascista

Il 25 luglio 2015, in anteprima nazionale, è stato presentato all’Istituto AlcideCervi di Gattatico (RE), nel suggestivo scenario dei Campi Rossi, “Partigiani a tavola. Storie di cibo resistente e ricette di libertà” di Lorena Carrara ed Elisabetta Salvini, edito da Fausto Lupetti Editore. In apertura, una densa prefazione di Vinicio Capossela.
Dopo le celebrazioni per il Settantesimo anniversario della Liberazione, il saggio si propone di esplorare il significato del cibo durante i venti mesi di Resistenza al nazifascismo, procedendo per capitoli appaiati in cui all’approccio antropologico e letterario, adottato da Lorena Carrara, si affianca il taglio storiografico di Elisabetta Salvini.
Il libro vuole essere la conversazione delle due autrici – la prima studiosa di cultura dell’alimentazione, la seconda storica di genere – con un pubblico vasto ed eterogeneo, che può comprendere i ragazzi delle superiori come i gastronomi interessati agli aspetti storici e culturali del fare cucina.
La struttura del saggio prevede l’incedere della
Un momento della presentazione a Casa Cervi

riflessione per capitoli appaiati, dove ogni tema verrà di volta in volta inquadrato storicamente, con particolare attenzione alle questioni nutrizionali, e poi illustrato a partire dalle più significative sequenze tratte dalla letteratura resistenziale. L’area di interesse è quella al di sopra della linea Gotica, il periodo copre i mesi dal 25 luglio 1943 – notte del Gran Consiglio – al 25 aprile 1945 e comprende, dunque, le drammatiche fasi
dell’armistizio, della Repubblica Sociale di Salò e del tragico, ultimo inverno di guerra.
Sala Maria Cervi
Le due autrici hanno voluto dare lo spunto per parlare di Resistenza come finora non è stato fatto, se non in forme saltuarie, cioè portando l’attenzione sul bisogno di nutrirsi. Approfittando dell’interesse oggi evidente nei confronti del cibo, nell’opera vengono accostati temi che normalmente si collocano in secondo piano nella storiografia accademica e nella retorica celebrativa (cucina, pratiche di consumo, bisogni primari) in una modalità che potrebbe sembrare irriverente, ma non lo è. Mentre procede il racconto di come mangiavano i partigiani, infatti, tra le righe e tra le ricette filtra la conoscenza dei valori della Resistenza, che può essere ancora più profonda laddove fondata sul corpo e sulle sue necessità: per esempio, quando riguarda l’approvvigionamento quotidiano delle risorse edibili, la condivisione di un pasto (significativo è l’etimo della parola “compagno”: colui con cui si divide il pane) o il contatto forzato e perfino nauseante con i prodotti locali.
Le pagine sono arricchite da una sezione di ricette ispirate dai racconti della Resistenza, riadattate in modo che siano facilmente riproducibili ai nostri giorni. Alcune rare fotografie dei partigiani “a tavola” e di altre “Atmosfere partigiane” corredano il tutto. In copertina il saggio si fregia di una vignetta originale dell’inconfondibile Davide Bonazzi.

Nessun commento:

Posta un commento